L’uretra è un organo tuboliforme che permette il deflusso di urina dalla vescica verso l’esterno e che nell’uomo attraversa la prostata pertanto la sua lunghezza è variabile nei due sessi.
In rarissimi casi quest’organo può essere sede primitiva di neoplasia ed interessa più frequentemente il sesso femminile sopra i 60 anni. Talvolta invece può essere sede di diffusione di neoplasia vescicale che sconfina fino ad interessare l’uretra stessa.
Fattori di rischio per questa patologia possono essere infezioni ricorrenti uretrali, pregresse malattie veneree interessanti l’organo, pregresse neoplasie vescicali e il fumo.
La forma neoplastica più frequente e più aggressiva è la squamocellulare, mentre in una ridotta percentuale di casi quella a cellule transizionali che interessa il tratto distale. Gli adenocarcinomi sono estremamente rari è originano dalle ghiandole dislocate lungo l’organo.
É una neoplasia molto aggressiva e spesso al momento della diagnosi sono già presenti metastasi linfonodali o a distanza.
I sintomi con cui si manifesta sono del tutto aspecifici e similari alla neoplasia vescicale. Il paziente riferisce aumento della frequenza minzionale (pollachiuria), bruciore urinario, tracce ematiche nelle urine, secrezioni uretrali o tumefazioni perianali o peniene, quest’ultime nel sesso maschile.
La diagnosi viene fatta:
- Visita urologica che analizza i sintomi, i fattori di rischio ed esegue un esame obiettivo accurato alla ricerca di neoplasie affioranti dal meato uretrale o di localizzazioni secondarie nella zona genitale
- Esame urine: ricerca eventuale presenza di microematuria (sangue nell’urina non visibile)
- Uretrocistoscopia: mediante uno strumento flessibile (il rigido oramai è sempre meno utilizzato) collegato a una telecamera si procede allo studio dell’uretra e della vescica per ricercare eventuali lesioni sospette o tipiche della neoplasia lungo il decorso dell’organo. Se eseguita in sala operatoria è possibile anche eseguire un prelievo della lesione dubbia in tutta sicurezza
- Tac addome con e senza mezzo di contrasto e RX torace: utile per la stadiazione della malattia, per valutare eventuali estensioni della stessa e metastasi linfonodali e/o organi a distanza
- Risonanza magnetica pelvica: utile per valutare i rapporti della lesione con gli organi circonstanti e la sua estensione
Il trattamento della neoplasia può essere:
- Chirurgico: asportazione endoscopica della neoplasia se organo confinato o nei casi avanzati si procede ad eseguire una chirurgia demolitiva che consiste nell’asportazione dell’uretra e degli eventuali organi circonstanti interessati, in tal caso a seconda del tipo di chirurgia andrà anche ricostruita la via urinaria per il deflusso dell’urina verso l’esterno.
- Laserterapia: riservata a lesioni poco estese e di basso grado di malignità in quando il laser provvede alla distruzione della lesione.
- Radioterapia: per neoplasie organo confinate si può utilizzare la metodica a fasci esterni oppure l’impianto di semi radioattivi che causano la morte delle cellule neoplastiche a contatto con essi
- Chemioterapia sistemica: può essere usata prima dell’intervento chirurgico (neoadiuvante) o di supporto nel post chirurgico.
Essendo una neoplasia estremamente rara non esistono follow up standardizatti ma a seconda dell’intervento eseguito si pianificano dei controlli seriati dedicati. Per esempio nei casi in cui l’uretra viene preservata si procede a periodici controlli urologici con cistoscopia.
Nei casi di interventi chirurgici demolitivi il follow up si avvale della visita specialistica e diagnostica di secondo livello (es. tac addome con e senza mezzo di contrasto o risonanza magnetica addome e pelvi).
Il Dottor Fabrizio Viggiani riceve a Monza presso i Centri Medici Sant’Agostino di:
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