IMPOTENZA SESSUALE MASCHILE

Per sintesi le più comuni condizioni responsabili del deficit sessuale possono essere identificate in:
- dislipidemie e malattie cardiovascolari conseguenti o secondarie ad ipertensione arteriosa
- diabete mellito
- obesità
- il tabagismo
- abuso cronico di alcol e droghe
- alcune classi di farmaci di comune uso psichiatrico o internistico (antidepressivi triciclici, fenotiazine, clonidina, reserpina, b-bloccanti, clortalidone ecc. )
- patologie neurologiche e psichiatriche (lesioni del lobo temporale, del midollo spinale, dei nervi erigentes ecc. )
- interventi chirurgici e radioterapici sulla pelvi
- insufficienza renale ed epatopatie

DIAGNOSI

Tra i fattori psicogeni rientrano principalmente le situazioni di ansia e/o depressione oltre ai problemi relazionali della coppia. E’ bene sottolineare una condizione particolare dello stato ansioso cioè “ l'ansia da prestazione “ non di rado secondaria a uno o più precedenti episodi di “fallimento sessuale “; a tal proposito si dovrà tenere conto che una componente psicogena negativa si instaurerà sempre nel maschio impotente indipendentemente dall'etiopatogenesi primitiva.

Una categoria particolare sono quei Pazienti diventati impotenti a seguito di un trattamento chirurgico e\o radioterapico della sede pelvica e\o retroperitoneale in cui i difetti funzionali andrologici secondari vanno dall'impotenza alla impossibilità di avere una eiaculazione.

A questo proposito, soprattutto nella chirurgia oncologica della prostata, si sono messe appunto tecniche di risparmi dei nervi erigentes definite come tecniche “nerve sparing” con cui si sono ottenuti risultati di conservazione della funzionalità erettile attualmente pari al 42% circa dopo chirurgia nerve spaing monolaterale e 44% circa dopo chirurgia nerve sparing bilaterale.

Facendo riferimento agli steps fisiologici sopra descritti in ambito Andrologico i disturbi della potenza maschile possono essere così meglio classificati in:

a) Disturbi del desiderio quali iperattività, ipoattività, avversione sessuale e comportamenti ambigui. L'età, le deficienze ormonali, gli stress, i problemi nel rapporto di coppia sono fra le cause più frequenti
b) Disturbi dell'erezione quali ipoafflusso ematico penieno, priapismo (erezione prolungata del pene superiore alle sei ore), deformità peniena (induratio penis, uretra corta); inoltre si può far riferimento ad effetti neurologici, endocrinologici, vascolari e patologie peniene
c) Disturbi dell'eiaculazione quali l'eiaculazione precoce (prima o entro i trenta minuti), l'eiaculazione ritardata, l'assenza di eiaculazione (dopo chirurgia pelvica) e l'eiaculazione retrograda per mancanza di chiusura del collo vescicale (dopo interventi di adenomectomia per ipertrofia prostatica benigna)
d) Disturbi dell'orgasmo (fino all'Anargosmia): quali alterazioni ormonali, alterazioni neuropsichiatriche, alterazioni del rapporto di coppia, stress
e) Disturbi della sensibilità: come nel caso di iposensibilità da farmaci, ipersensibilità, dolore dopo traumi e deformazioni del pene (Indurazio penis, epispadia, balanite, prostatite ecc.)
f) Disturbi della detumescenza: priapismo (prolungata tumescenza), fuga venosa (rapida detumescenza), anemia falciforme responsabile di erezioni prolungate

A seconda della limitazione fisiologica le disfunzioni erettili possono essere distinte in:
LIEVI: in cui normale è la frequenza di attività sessuale, ma compare una certa difficoltà nel raggiungere o mantenere l'erezione

MODERATE: in cui è ridotta la frequenza di attività sessuale e concomita una difficoltà nel raggiungere o mantenere l'erezione

SEVERE: in cui non c'è attività sessuale ed è presente una incapacità a raggiungere l'erezione completa

Questi tre gradi si distribuiscono a secondo l'età cronologica del Malato per cui le lievi sono soprattutto presenti nei pazienti più giovani e le severe in quelli ad età avanzata; in particolare le disfunzioni erettili su base psicogena sono presenti soprattutto al di sotto dei 35 anni e quelle organiche negli adulti ad età superiore ai 50 anni.

TERAPIA MEDICA

Essendo ormai evidente che un corretto inquadramento diagnostico del paziente con deficit erettile deve tener conto sia della sua componente organica, sia della sua componente intrapsichica e sia della sua componente relazionale l'approccio diagnostico dovrà seguire prefissati steps:

- la raccolta anamnestica patologica prossima e remota finalizzata alla ricerca di informazioni per inquadrare l'etiopatogenesi organica del disturbo
- l'anamnesi sessuologia specifica per inquadrare le relazioni affettive e sessuali del paziente, la sua componente emotiva con cui viene affrontata la situazione (tensioni relazionali ed ansia da prestazione)
- l'opzionale compilazione di questionari specifici per oggettivare il disturbo andrologico
- l'esame obiettivo generale e dell’apparato genitale, con particolare riguardo a volume e morfologia testicolare, peniena e prostatica a cui seguono:
- gli accertamenti laboratoristici per valutare i principali parametri metabolici e ormonali (glicemia basale ed eventualmente post-prandiale, profili lipidico, eventuale funzionalità epatica e renale, testosterone totale e libero, LH, FSH, prolattina, TSH)
- lo studio ecografico della regione genitale e la scansione prostatica transrettale
- la ricerca batteriologica del liquido seminale

Qualora questi accertamenti risultassero negativi verrà pianifica una valutazione vascolare peniena mediante eco-Color Doppler prima e dopo iniezione intracavernosa di PGE1 ed opzionalmente un esame Rigiscan (valutazione qualitativa e quantitativa delle erezioni notturne).

A fine del percorso diagnostico valutare con il Paziente circa l’opportunità di fare una seduta congiunta con la partner.