A questo proposito è luogo comune sconsigliare il consumo soprattutto o quantomeno l'abuso di: birra, insaccati, spezie, pepe, peperoncino, superalcolici, caffè, cioccolato, formaggi grassi, pesci grassi (anguilla, tonno, sgombro), molluschi, frutti di mare, crostacei (gamberi, aragosta).
Sono invece consigliati: l'olio d'oliva, la frutta secca e l'avocado. In generale è utile limitare l'assunzione dei grassi saturi provenienti da prodotti lattiero-caseari e quelli di origine animale.
I frutti da privilegiare sono: fragole, more e lamponi in quanto ricchi di vitamina C ed antiossidanti. Quest'ultime sono sostanze che prevengono i danni prodotti dai radicali liberi; infatti tali molecole possono danneggiare le cellule sane contribuendo anche allo sviluppo del cancro.
In particolare nel caso di prostata francamente ingrossata è consigliato ridurre il consumo di carni rosse, eliminare l'utilizzo di sale ed il consumo di caffè e cioccolato. Semaforo verde per i carboidrati, frutta e verdura ricchi di carotenoidi, di vitamina C e di licopene come i pomodori. Anche in questo caso, come già sottolineato, tutti gli alimenti che presentano spiccate proprietà antiossidanti possono limitare l’infiammazione del blocco vescico-prostatico.
Consensualmente è necessario ridurre il peso specifico delle urine per prevenire le infezioni urinarie, frequenti nel paziente prostatico, pertanto bere almeno 2 litri di acqua oligominerale, a piccoli sorsi, frequentemente nel corso della giornata. Logicamente va ridotta l'assunzione dei liquidi circa 2 ore prima di coricarsi, onde evitare di alzarsi di notte per urinare a causa di una diuresi aumentata.
Collateralmente utile è la regolarizzazione della funzione intestinale consumando pasti ricchi di scorie e/o verdure e yogurt al mattino. Sia la stipsi cronica sia la diarrea possono determinare il passaggio di batteri tra intestino e prostata attraverso il circolo entero-urinario e quindi aumentano il rischio di sepsi urinarie.
Ad ulteriore commento dei suddetti consigli dietetici si fa presente che l’aumento del giro vita, dei tassi di colesterolo e trigliceridi, la pressione alta, la riduzione della produzione di testosterone, la presenza di diabete di tipo 2 e di obesità caratterizzano quella che viene definita come Sindrome Metabolica sospettata di essere responsabile anche dell’aumento di volume della prostata e/o della sua condizione di infiammazione cronica.
Anche se la cura dell’Iperplasia prostatica benigna non può non prescindere dalla terapia farmacologica, l'alimentazione gioca un ruolo importante soprattutto nel trattamento e prevenzione della componente infiammatoria prostatica.
In particolare è necessario impostare una dieta, meglio se concordata con uno specialista o un nutrizionista, che preveda il corretto rapporto fra Omega-3 e Omega-6, la riduzione degli zuccheri, dei grassi totali, degli acidi grassi saturi e polinsaturi a vantaggio non solo del miglioramento dei livelli del colesterolo nel sangue ma anche dei disturbi urinari nonché della iniziale disfunzione erettile.
I cibi ricchi di Omega-3 sono il pesce azzurro, i crostacei, la crema di riso integrale, l’olio extravergine di oliva e le verdure quali le carote, la zucca, le zucchine, il cavolo, il finocchio, la cicoria e le rape; mentre fra la frutta mele o pere cotte non zuccherate. Meglio limitare i cibi contenenti gli Omega-6 perché agiscono come co-fattori negli stati infiammatori della prostata: le carni conservate, i salumi e gli insaccati, le uova, i fritti, i dolci, le bevande zuccherate, i formaggi grassi e le farine raffinate.
Si conclude ricordando che tutte le attività fisiche e sportive di tipo aerobico riducono la congestione della prostata e stimolano la circolazione pelvica favorendone l'ossigenazione dei tessuti pertanto la dieta andrà sempre associata ad una idonea attività motoria.